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                 Dopo
                la mattinata deludente ed un ottimo pranzo al Ristorante diurno
                ormai prescelto come meta certa, il pomeriggio si decide di
                passarlo visitando la collina di Petrin e quella torre di ferro
                che è la prima cosa che si vede la mattina aprendo la finestra
                e l'ultima la sera chiudendola. Petřín è una collina alta 327 metri che si trova sulla riva occidentale della Vltava nel centro di Praga. La collina, quasi interamente ricoperta di parchi, è una zona ricreativa amata dagli abitanti di Praga. Nella collina di Petřín (in tedesco: Laurenziberg) è ambientato per gran parte il primo romanzo di Franz Kafka "Descrizione di una battaglia" e in minima parte il romanzo di Milan Kundera "L'insostenibile leggerezza dell'essere".
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              La sommità della collina è collegata al quartiere di Malá Strana dalla funicolare di Petřín, inaugurata nel 1891 in occasione dell'Esposizione Universale di Praga.
                Tra i vari punti di interesse presenti sono da segnalare il muro della fame, il Monastero di
                Strahov, la funicolare di Petřín, la torre panoramica di Petřín, l'osservatorio astronomico Štefánik, il Giardino delle rose, la Chiesa di San Lorenzo, la chiesa ortodossa di San Michele Arcangelo e il Monumento alle vittime del comunismo.
                La chiesa ortodossa di San Michele Arcangelo in legno, costruita a Mukačeve in Ucraina nella seconda metà del XVII secolo, venne smantellata negli anni venti, trasportata in Cecoslovacchia e ricostruita nel 1929.  | 
               
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                 Raggiungere
                la collina è semplice, dopo avere attraversato il quartiere, al
                costo di un biglietto del tram si può prendere la funicolare
                evitando la mezzora di scale e sentieri per arrivare in cima,
                dove si trova un parco molto bello, ben tenuto, purtroppo la
                salita alla Torre è solamente a piedi, due scale si
                intrecciano, una per salire ed una per scendere ed onestamente
                non abbiamo voglia di esaurire così l'autonomia delle
                ginocchia, rinunciamo.
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      Marcello
      Salvi 
       
      
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