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       Smoke
      Style
       Bologna
      2006
       Sabato
      16 Settembre  | 
   
  
    
      
        
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             Alle
            5.40 il cielo è nero, illuminato da lampi che per un istante
            rivelano una coltre di nuvole scure sulla città, la tabella indica
            il bus 93 in arrivo entro sei minuti, ne impiegherà solamente
            quattro, a bordo siamo in cinque, autista compreso, apro il
            cellulare alla pagina degli sms, digito "bit" ed invio al
            numero dell'Atac, dopo qualche secondo un sms di ritorno mi conferma
            gli estremi del biglietto valido 75 minuti. L'autobus si infogna
            nella viabiltà devastata dai lavori in corso, difatti a Roma dopo
            aver proceduto al ritmo di una Metropolitana ogni 25 anni, la prima
            nel 1955 la seconda nel 1980, adesso si è deciso di realizzarne
            addirittura tre in simultanea.   | 
         
       
      
        
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             Il
            Ponte delle Valli è una lunga teoria di paratie gialle con su
            scritto "Roma Metropolitane - Realizzazione Linea B1", a
            Viale Libia, sconvolta, le paratie sono ricoperte da manifesti
            elettorali delle ultime amministrative, Via Bressanone è stata
            praticamente cancellata dallo stradario e Piazza Istria è un caos.
            Alle 6.01 scendo a Via delle Province e mi accingo a percorrere il
            chilometro scarso che mi separa dalla Stazione Tiburtina, mi rendo
            conto che questa zona di Roma ... fa veramente schifo ! Marciapiedi
            rotti, palazzi diroccati, altri che sicuramente non vedono una mano
            di vernice dal bombardamento di San Lorenzo, che sta qui dietro, le
            rampe d'accesso alla Tangenziale che solamente da pochi minuti ha
            riaperto, il muro di cinta della Sezione Israelitica del Cimitero
            Verano, l'autorimessa dell'Atac nella quale i motori già accesi di
            decine di autobus spandono nell'aria un puzzo di nafta bruciata che
            mozza il respiro e mentre all'orizzonte il cielo si colora di un
            pallido chiarore appaiono le luci degli edifici ferroviari.  | 
          
              
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             Attraverso
            l'enorme parcheggio dellaTibus, l'Autostazione dei Bus, da qui se
            volete potete prendere un autobus per Casablanca o per la
            Bielorussia, indifferentemente, passo sotto i piloni in cemento
            della superstrada e mi sembra di essere a New York, dall'altra parte
            la Sede della Atlassib vi offre bus per la Romania. Finalmente entro
            in stazione, raggiungo il binario 10 e mi accomodo al mio posto,
            singolo nella cabina di testa, proprio dietro il macchinista, infilo
            le cuffiette, accendo il riproduttore mp3 e Bologna è già
            arrivata. Individuo la fermata del 37, lo prendo.   | 
         
       
      
        
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             Scendo
          a Via
          Barontini, che fa angolo con Via Paolo Fabbri, percorro a piedi un
          cavalcavia ferroviario e dopo avere chiesto ad un giornalaio prendo un
          altro bus, il 93, ma qui incappo un po' nella cervelloticità
          dell'amministrazione ed un po' nell'ignoranza dell'autista. 
          Dovete sapere che la linea 93 a Bologna è una e trina, ossia oltre al
          numero di linea bisogna stare attenti anche ai sottonumeri poichè non
          tutti i 93 fanno lo stesso percorso, non lo saprò che a danno fatto.
          Chiedo all'autista di indicarmi la fermata più vicina al Green Park,
          quando scendo mi trovo su una strada di campagna, un muro alle spalle
          ed un benzinaio davanti.   | 
          
              
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       Chiedo
      al gestore che mi indica la strada dicendomi "Due chilometri in
      quella direzione". Facciamoci questa passeggiata.   
      Dopo venti minuti di cammino sull'erba della banchina, schivando gli
      specchietti dei tir che arrivano in senso opposto, giudico di avere
      abbondantemente fatto due chilometri, vedo un altro benzinaio e chiedo di
      nuovo, immaginate il mio stupore quando mi sento dire "Due chilometri
      in quella direzione". Ancora ? Riparto, la strada fa una curva ed
      all'orizzonte intravedo nella bruma una enorme costruzione verde,
      ingenuamente penso che sia il Green Park, solamente perché  è
      verde, sbaglio.  
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             Avvicinandomi
            vedo che ha una ciminiera, ma mi è ben servito come punto di
            riferimento, anche perché casualmente il Green Park si trova quasi
            lì di fronte, un pizzico di fortuna, che aumenta quando cinque
            minuti dopo il mio arrivo si scatena un mezzo diluvio universale.  Subito individuo Lupopipatore che si aggira tra i
          banchi con buste ricolme di mercanzia, a seguire arrivano mmba e max.
          Due parole sul luogo: sicuramente fuori mano, mal collegato a Bologna,
          qualcuno lamenta il fatto che alcuni dei servizi annunciati non ci
          sono. Una pioggia battente e mai doma costringe tutti a vagare nei
          ristretti spazi tra i banchi impedendo di sfruttare il giardino
          esterno.  | 
          
              
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              All'ora di pranzo Lupopipatore, Aquacort, mmba, max ed il
          sottoscritto ci avventuriamo alla ricerca di un luogo dispensatore di
          cibarie che  troviamo in
          un self service dei dintorni, qui ci diamo ad un piatto di pennette
          seguite da braciola di maiale e patatine che Michele giustizia ad una
          velocità inusitata. A questo punto è necessario spostarsi verso
          Padova insieme a Lupopipatore che durante il viaggio si esibisce, alla
          modica velocità di 160 orari nella pulizia della pipa con relativo
          svuotamento dal finestrino.  | 
         
       
      
        
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              Padova ci accoglie con una pioggia fitta
          che spazza le tangenziali e quando finalmente guadagniamo il
          ristorante, dove ci raggiungono Ismaele, Tzi e Dade ci accorgiamo che
          qualche goccia penetra anche la copertura della veranda. Da antologia
          la scena di Tzi che, prima di accompagnarmi un istante in albergo per
          prendere possesso della camera, si ferma da un tabaccaio e con la
          massima naturalezza chiede: "Ha dei tabacchi vecchi con lo sconto
          ?". Il bello è che il tabaccaio li aveva ! La serata procede con
          pizze e birre, che questa volta, in via del tutto eccezionale, bevo
          anche io. Chiusura con fumata di 759 fornito da Ismaele.  | 
          
              
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      Marcello Salvi
       
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