PARIGI

(Gemellata con Roma)

1956 - 2006

(Parte Quarta - Il Canal St.Martin)

Se il Canal St. Martin dovesse essere costruito oggi in una qualsiasi città si parlerebbe di Opera Ciclopica, eppure ha 200 anni. Correva l'anno 1805 quando a Parigi c'era un grave problema da risolvere: il traffico fluviale sulla Senna, si avete letto bene, traffico. La Senna è un fiume largo e lento, una formidabile via d'acqua, un'autostrada ante litteram. Ha però un grave difetto: taglia in due Parigi con un andamento zigzagante che oltre a portare via molti chilometri passa anche nel pieno centro di Parigi, che già all'epoca era pieno di Palazzi Nobiliari e Reali ed una infinita teoria di chiatte cariche di merci e spesso di rifiuti non era certo un bel vedere. Cosa fare dunque ?

Se osservate una mappa di Parigi scoprirete che la Senna entra in città da Sud Est, la attraversa quasi orizzontalmente in direzione Ovest e poi dopo una lunga ansa risale a Nord tornando verso Est. Ma perché la Senna ha un percorso così strano ? Non certo per un capriccio ! Deve aggirare la Butte, la famosa, famigerata Butte, la Collina di Parigi, quella sulla cui cima si trova Montmatre e le Sacre Coeur. Se si potesse collegare l'ansa Sud con quella Nord tagliando il percorso interno a Parigi si risolverebbero un sacco di problemi ed un sacco di tempo, ma come fare con quella collina di mezzo. Ovviamente con un'opera ciclopica che porterà via vent'anni di lavori.

Il primo passo fu la realizzazione di un bacino artificiale a Nord di Parigi, il Basin de la Villette, poi vennero costruiti due Canali: il Canal de L'Ourcq, che collegava il Basin all'ansa Nord della Senna e poi il Canal St. Martin, lungo quasi 5 chilometri di cui due sottoterra. Un efficiente sistema di chiuse sollevava le chiatte sui fianchi della collina fino al Basin e poi altre chiuse le portavano giù di nuovo sulla Senna. Il Canale fu collegato al Fiume tramite un braccio artificiale che diventò il Port de l'Arsenal, un insolito porto turistico, pieno di piccoli yacht ed imbarcazioni da diporto nel centro di Parigi.

Il Port de l'Arsenal si diparte dalla Senna all'altezza della Bastiglia, o meglio di dove si trovava la Bastiglia, dopo poche centinaia di metri si inoltra in una galleria di 2 chilometri che passa sotto il famoso Boulevard Richard-Lenoire, dove abitava Maigret ed arrivato all'altezza di Place de la Republique torna in superficie. La parte esterna è un piccolo mondo perduto, fatto di passerelle in ferro, botteghe artigiane, piccole industrie, palazzi residenziali, ponti girevoli. Come ogni cosa ha subito una parabola, con l'avvento del treno prima e del motore a scoppio poi il traffico fluviale diminuì e il Canale divenne sempre più d'impiccio nel mezzo di una zona che aveva bisogno di vie di terra veloci.

Miracolosamente sfuggì alla Rivoluzione di Hausmann ma perse tutti i porti e gli attracchi, negli Anni '70 del 1900 corse il rischio di sparire, inglobato in un progetto di urbanizzazione selvaggia doveva essere ricoperto e interrato per fare spazio ad una Tangenziale Veloce che collegasse quella della Senna alla Zona Nord di Parigi. Il popolo del Canale si ribellò ed ostacolò in qualsiasi modo il progetto che alla fine venne abbandonato, come il Canale. Solamente nel 1999 venne messa mano alla sua ristrutturazione, completamente restaurate e messe in sicurezza le 9 chiuse il Canale ha trovato nuova vita nella navigazione da diporto.

Tramite esso si può arrivare dalla Manica fino al centro di Parigi o innestarsi nella rete di Canali che permette di arrivare fino in Belgio ed in Olanda. Nella zona ex industriale della Villette è stata costruita la Città della Scienza e la via d'acqua è tornata a nuova vita grazie alla navigazione turistica. Dal Quai de la Loire, a Nord, partono ogni giorno battelli che scendendo le chiuse, percorreno il Tunnel, oltrepassano il Port de l'Arsenal imboccano la Senna fino al Museo d'Orsay, una crociera di quasi 3 ore senza mai uscire da Parigi.

Oggi il Canale è un luogo di ritrovi giovanili, lungo le sue sponde, già teatro della gesta di Maigret (Il corpo senza testa, La Balera da due Soldi), si trovano una serie pressoché infinita di localini, bistrot, piccoli negozi, ogni chiusa è impreziosita da giardini con siepi e panchine dove sedersi ed osservare l'acqua scorrere lentissimamente, dove dare da mangiare ai piccioni, farsi una passeggiata in bicicletta, osservare un battello che sale dentro la chiusa come fosse in ascensore.

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Marcello Salvi

 

 

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