Viaggio nella Villa del Casale

di Piazza Armerina in Sicilia

 

L’Italia è davvero un paese stupendo, al suo interno racchiude come se fosse una gigantesca ostrica delle perle preziose dal valore inestimabile. Una di queste preziose perle si trova nella cittadina siciliana di Piazza Armerina, il nome di questo gioiello e’ la Villa del Casale o comunemente nota come la Villa dei Mosaici. Questo complesso che copre un’area di 3.500 mq risulta essere stato edificato tra il III ed il IV secolo d.C..

Alcuni studiosi suppongono che la villa fosse appartenuta ad una personalità altolocata della gerarchia dell'Impero Romano (un Console), mentre altri sostengono che la villa sia appartenuta all'Imperatore M. Valerio Massimiano.

 

Abitata anche in età araba, la villa fu parzialmente distrutta dai normanni, in seguito, una valanga di fango, provenienti dal monte Mangone, che la sovrasta, la coprì quasi totalmente.

Per riportare alla luce questo splendore i primi lavori iniziarono nel 1881, ma si dovettero aspettare i ruggenti anni 30 ed esattamente il periodo 1935/39 perché la villa venisse restituita agli occhi del genere umano.

Entrando nel complesso si viene rapiti dalla bellezza dei pavimenti interamente ricoperti da splendidi mosaici che secondo gli studiosi furono eseguiti da maestri africani. Mentre si procede lungo il percorso della visita ci si immerge sempre più in un tempo ormai lontano. Mi è capitato più volte di fermarmi e provare ad immaginare la vita che si svolgeva tra quelle mura, immaginare i bracieri e le torce che rischiaravano quelle notti siciliane lontane 1600 anni mentre il padrone di casa era intento a discutere della politica e della situazione dell’Impero con i suoi commensali.

Il rumore dell’acqua che scrosciava dalle fontane e lo scalpitio dei passi delle persone che animavano questo stupendo gioiello che i Romani ci hanno lasciato. Mentre percorro le varie stanze mi imbatto in due mosaici che attraggano la mia attenzione. Il primo ritrae la scena di giovani fanciulle intente a giocare, completamente in bikini. E’ buffo pensare che fino a poco tempo fa il bikini fosse scandaloso mentre già 1600 anni fa era una cosa del tutto normale. 

L’altra cosa che mi colpisce e’ la raffigurazione di un guerriero che reca sulla sua veste il simbolo che per i Romani rappresentava secondo alcuni studiosi la Dea dell’amore Venere mentre poi venne utilizzato dai nazisti durante uno dei periodi più oscuri del genere umano, si proprio quel simbolo tristemente noto come la “svastica”.

In quei pochi metri di quelle stanze sono contenuti due simboli che in un certo senso da un lato segnò una rivoluzione contro la morale dei nostri giorni, dall’altro lato quel simbolo che allora identifica l’amore e che dopo 1500 anni verrà utilizzato per portare l’orrore e il buio della guerra al mondo intero.

A volte girando tra le vestigia dei popoli del passato penso che abbiamo davvero “scoperto l’acqua calda”. Considerazioni filosofiche a parte, la Villa del Casale è uno di quei posti che se possibile almeno una volta nella vita va visto. Alla fine della visita mi sono seduto su una roccia ho caricato la mia pipa con del Forte e mi sono perso nella contemplazione di uno dei luoghi più suggestivi e splendidi del suolo siciliano.

Foto e Testo di Maurizio Spunticcia

 

 

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by Marcello Salvi 2006

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